Per non dimenticare ................

COMUNE DI CASTRO DEI VOLSCI

(testo integrale di uno stampato pieghevole commemorativo)

LA MAMMA CIOCIARA

SCULTORE FEDELE ANDREANI

Mandatum novum do vobis ut diligatis invicem
Joh XIII 34

Nel ventennale della resistenza
il Comune e la Provincia
per incitamento
alla fratellanza dei popoli
con gli orrori della guerra sterminatrice qui ricordano i tanti figli e figlie
di questa terra
che ossequienti alle patrie tradizioni affrontarono con eroismo la morte
in difesa
del loro onore e della loro libertà

epigrate dettata dal Prot. Carlo Minnocci

 

DAL DIARIO Dl GUERRA

Giorno 27 maggio 1944
Ore 17,30- Contrada Farneta

ROSSI ELISABETTA di Giuseppe nata il 28 marzo 1890

PRIMA MARTIRE DELL'ONORE
Sette soldati marocchini scoprono il ricovero dove sono nascoste oltre venti donne. Col futile pretesto di cercare soldati tedeschi afferrano la di lei figlia LUCIA, ventenne, che riesce a sfuggire; ritornano una seconda ed ancora una terza volta chiedendo moneta. Cade la sera e alle ore ventitrè si ripresentano in maggior numero; approfittando dell'oscurità e della debolezza delle donne, afferrano le due figlie della Rossi che, intervenuta in loro difesa, viene trascinata a pochi passi e barbaramente trucidata. Le compagne fuggono ed il cadavere viene rimosso solo tre giorni dopo dai soldati americani.

Ore 21 - Località Macchione (Villa 5. Stefano)
MOLINARI MARGHERITA fu Sossio nata il 13 maggio 1886

Intervenuta anch'essa in difesa della figlia Maria che riesce a liberare, viene colpita da una scarica di mitra. Il Capitano medico francese De Cauvigny De BIoy Chef du li 6 R.T.M. 4 D.M.M., dichiara di averle prestato i primi soccorsi riscontrandole sei ferite che le causarono la morte il giorno seguente alle ore 5; è in possesso della figlia una completa descrizione rilasciata dallo stesso capitano, che non si riporta perché scritta in francese.


 

Durante l'inverno e la primavera del 1944 i Castresi lottarono coscientemente per la difesa delle loro persone, pei loro beni, per la dignità della persona umana, inalienabile anche di fronte allo Stato. Il loro inserirsi nella Resistenza italiana fu perciò naturale e spontaneo.

L'unità della famiglia, il lavoro raccolto accanto alla sposa operosa e ai figli che crescono, solleciti, anche quando si è adulti, ad ascoltare il richiamo del padre nel rispetto della sua canizie; la frugalità, il contentarsi del poco; accettare le durezze della vita e superarle pazientemente col sudore e il sospiro di ogni giorno; rassegnarsi al destino quando l'ostacolo ha il volto della roccia e il peso della montagna; sentirsi liberi dopo la fatica e assaporare il riposo; piegare il capo sul rustico saccone e dormire all'aperto, awertendo tutto attorno il libero spazio dell'aia: tale il senso profondo di queste lettere, di questi poveri fogli bagnati di lacrime, poesia altissima della resistenza ciociara.

Senatore Giacinto Minnocci

Sono pagine scritte poche ore o pochi minuti prima di morire, sono le ultime volontà di uomini che scrisserò parnIe di pace, di invito alla fratellanza, all'unità, all'amore.

Prof. A.G. Ferrara

DAL DIARIO Dl GUERRA

Giorno 30 gennaio 1944

Oggi il campo d’azione dei rapinatori tedeschi s'è spostato in contrada Camarrone. La popolazione già in allarme li accoglie a colpi di fucile ferendone due: un maresciallo leggermente e un soldato gravemente. Al giusto risentimento popolare il comando tedesco risponde ordinando la cattura di ottanta civili sfollati in questa località che vengono portati, dopo essere stati tatuati sulla fronte con inchiostro grasso, e battuti con calci e pugni, nei pressi del convento dei Padri Carmelitani di Ceprano. Dopo un sommario interrogatorio, solo quattordici sono trattenuti e trasferiti ad Arce dove privi di ogni cibo, l'indomani subiscono un altro lunghissimo interrogatorio e quindi sono trasferiti nel penitenziario di Paliano. Dove, nuovamente interrogati, vengono battuti ed insultati.

Hanno come compagno Don Silvio Bergonzi, Parroco di S. Pietro in Pofi. Tutti saranno fucilati. Gli eroi che ci appartengono sono: ANDREOZZI ALFREDO fu Loreto nato il 27 marzo 1913 - CECCARELLI GIOVANNI di Luciano nato il 2 marzo 1915 -RICCI GIOVANNI fu Giovanni nato il 1 febbraio 1918.

 

(Il testo di queste toccanti lettere era scolpito in corsivo su lastre di marmo divelte e distrutte da nuovi giovani barbari)

È RICCI GIOVANNI CHE SCRIVE

Paliano, 29 aprile 1944

Carissima mamma, ti scrivo questa lettera dandoti le mie ultime notizie il giorno 29 aprile sono avuta la sentenza di morte così cara mamma mi raccomando di darmi la seconda benedizione e mi raccomando di stare contenda il mio destino è stato così nostro Signore Iddio ci aiuta in quell'altro mondo. Cara mamma io spero che ritornano i miei fratelli Antonio Umberto ed Angelo, se ritornano gli dici che si ricordano di me qualche volta se mi vogliono far dire qualche messa e tu cara mamma datti, coraggio più che puoi io spero Iddio che ci aiuta in quell’ altro mondo. Non ho più che dirti ricevi i miei saluti, e baci

tuo figlio Giovanni

 

SCRIVE CECCARELLI GIOVANNI

Carissimo padre, ti scrivo questa mia lettera per darti le mie notizie. Oggi sono avuta la conferma della sentenza di morte oggi alle ore 5,30 sarà messa in esecuzione. In questo momento mi rivolgo a te mia madre vi domando gentile la benedizione. Mi raccomando ai miei fighuoli mia moglie che tratterete come se fossi io stesso dal cielo veglierò sopra di voi, pregherò Iddio per il bene di tutti il mio ultimo pensiero che ciò che spetta a me di passarlo ai miei figli e alla mia moglie. Caro padre il mio desiderio che si riunisse la mia famiglia con la tua così potresti educare i miei figli come hai fatto a noi per queste momento nel quale che leggerai questa mia lettera saranno senza padre ancora una volta mi raccomando a te che sei mio padre perché questò è l'ultimo desiderio della vita... Cara madre mi rivolgo a te ai miei figli e mia moglie fate come che sono io statti contenta non pensare a me che io muoio contendo che sono innocente vado a riabbracciare la croce di Dio, sempre contendo. lo non posso dirti più nulla attenda ai miei figli mettetevi insieme...

 

SCRIVE ANDREOZZI ALFREDO

Carissima moglie, ti scrivo questa lettera per darti le mie notizie è arrivato il momento mi hanno respinto la domanda di grazia di non aver potuto far la vita assieme datevi coraggio mi raccomando ai miei cari figli di non abbandonarli per noi è stato questo destino quando fai le carte mi raccomando di riconoscere Loreto. Confortatevi tutti in famiglia non fate lita con nessuno cercate di lavorare alla meglio ricordatevi di me altro non mi prolungo...


 

STELE COMMEMORATIVA

DELLE VITTIME CIVILI E MILITARI

DELLA II GUERRA MONDIALE

Vittime
d'eroico ma vano sacrificio
memori i superstiti
incidono i vostri nomi
su questo marmo
per ammonire i giovani
a riprovar gli orrori della guerra
per auspicare all'universo mondo
pace e giustizia

epigrafe dettata da Antonio De Angelis di Sozio